FORMICHE DI VETRO TEATRO

TRITTICO DEL MIO BYTE

  • di e con Luca Trezza

Il progetto nasce dall’accostamento di tre modalità rappresentative. Il trittico è composto da  Abbokkapertaa + Neo’.melo’.Diko. + Racconto di fine mese verso le 3e1\2 della notte, corrispondenti a tre età diverse, e cioè adolescenza, maturità, vecchiaia.

Abbakkoapertaà è un monologo allucinato sulla perdita di una madre e la sua ricerca per i vicoli, nei sogni, nelle danze, nei mercati, nei bagni di una discoteca.

Neo’ melo’ Diko invece narra – sotto forma di una giallo di periferia melo’- la vicenda di un cantane neomelodico che sognava di sfondare in America. Lo troveremo tuttavia in un luogo ameno e parlerà di sé e dei personaggi che ancora gli circolano intorno e cioè un impresario, una nonna, una ragazzina.

Racconto di fine mese verso le 3e1\2della notte parla di un vecchio uomo, ammalato di artereosclerosi-digitale, reduce di guerra, che ascolta la registrazione della sua storia, di quanto raccontato, da qualche notte a questa parte, ad un cane vivo o morto non si sa. A scrivere e comporre questi quadri è stata la volontà e l’esigenza di indagare quelle zone d’ombra che segnano la separazione da un età all’altra e con loro le perdite che questa separazione comporta. La perdita  di una persona  cara, di un modo di essere, di un mondo, di una fase della vita. Parlare a cuore aperto di quelle zona d’ombra sempre in bilico, come un limbo nel quale sempre di più siamo intrappolati. Un modo per  dire di sé, attraverso il battere di un cuore fatto come un byte, per far rivivere in questo altrove chi non c’è più, per stare noi stretti stretti, più vicini, mentre questa guerra moderna di chiamate, sms, trilli e post di bacheche virtuali ci invade. A noi non resta che pregare, invocare, delirando una preghiera per questi aggeggi moderni come madonne contemporanee, pieni di arcani e di suggestioni.

LUCA TREZZA
Nato a Salerno il 26.09.1983, si diploma come attore nel 2006 presso l’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio d’Amico. Segue contestualmente laboratori di approfondimento con Emma Dante, Jurij Aischitz, Giancarlo Sepe, Danio Manfredini, Roberto Latini, Ilaria Drago, Luca Ronconi, Valerio Binasco, Nikolaj Karpov ed altri.
È diretto da Giancarlo Sepe in Napoletango, Shakespeare low e Favole di Oscar Wilde; da Piero Maccarinelli in Il romanzo di Ferrara e da Armando Pugliese in La cucina, di Harold Wesker. Lavora, tra gli altri, anche con Enrico Maria Lamanna e Massimiliano Farau.
Nel 2008 fonda la Compagnia Formiche di vetro, sotto la cui egida inizia un percorso autonomo come autore e attore, tra riadattamenti e drammaturgie originali.